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COMUNICATO 5 maggio 2021:Incontro con  la Ministra dell’Università e della Ricerca sul rinnovo contrattuale

Venerdì 30 aprile la Ministra dell’Università e della Ricerca, la prof.ssa Maria Cristina Messa, ha incontrato, per la seconda volta dall’inizio del suo mandato, le rappresentanze sindacali dei settori Università e Ricerca a seguito della relativa richiesta di incontro. All’ordine del giorno l’ormai imminente avvio della trattativa per il rinnovo del contratto.

 

Pur apprezzando che l’auspicio prefigurato dalla Ministra nel precedente incontro (1) di frequenti incontri a livello “politico” si stia avverando, dobbiamo esprimere rammarico per la mancata riapertura dei tavoli di confronto tecnico più volte promessi e non ancora avvenuta dopo l’unico incontro effettuatosi  lo scorso 23 novembre.

 

Come FGU Dipartimento Ricerca abbiamo focalizzato il nostro intervento sui vari aspetti dell’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale, con il quale il Governo definisce le direttive utilizzate dall’ARAN per le trattative, indicando i punti maggiormente critici che, anche se talvolta non direttamente,  influenzano il contesto normativo e regolamentare in cui il contratto di lavoro opera:

  • Lo Smart Working che a seguito del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” (2) siglato dal Governo con le organizzazioni sindacali verrà regolamentato per contratto.
  • Il finanziamento degli Enti Pubblici di Ricerca che continua ad essere largamente insufficiente rispetto al contesto europeo.
  • La governance complessiva degli istituti di ricerca finanziati in tutto o in parte con fondi pubblici che, a nostro avviso, è fondamentale per un loro più efficace funzionamento a livello di sistema della ricerca. Si tratta di un argomento affrontato ma non risolto in entrambe le due ultime leggi di stabilità.
  • La situazione normativa inerente i fondi del Salario Accessorio che va profondamente rivista e anch’essa trattata nell’accordo di cui sopra (2).
  • Infine la riforma dell’ordinamento del personale. L’argomento assume una rilevanza fondamentale per affrontare la non piu rinviabile questione della valorizzazione delle carriere del personale Ricercatore e Tecnologo, inaccettabilmente appiattite sul livello iniziale, che verrà sicuramente affrontata nelle trattative del prossimo contratto e che indiscutibilmente contribuisce alla scarsa attrattività della carriera negli EPR (Enti Pubblici di Ricerca) per i giovani che si orientano all’attività di ricerca.

Per quanto riguarda, in particolare, l’ordinamento del personale l’ultimo incontro del tavolo paritetico specificatamente predisposto presso l’ARAN (3) si è svolto lo scorso ottobre. Abbiamo di nuovo sottolineato che questa “riforma” deve essere, a nostro avviso, un tassello di un quadro più generale che vede la carriera del ricercatore e tecnologo fatta di due fasi, il pre-ruolo (che include anche il reclutamento) e la carriera a tempo indeterminato all’interno degli enti. Solo la seconda può essere normata dal contratto mentre la prima è affidata alla legge. Abbiamo, in proposito, richiamato il disegno di legge attualmente in discussione alla VII commissione della Camera (4) “Norme in materia di reclutamento, dottorato di ricerca e personale delle università e degli enti pubblici di ricerca.” che, al momento, ci sembra intervenire in maniera insufficiente sugli EPR.

 

Abbiamo inoltre ribadito che la carriera dei ricercatori e tecnologi degli EPR debba uniformarsi a quanto auspicato/raccomandato nel documento “Towards a European Framework for Research Career” (5) che descrive un modello largamente adottato nel panorama europeo ed internazionale in generale. Seguendo questo modello si otterrebbe, valore particolarmente importante, anche la comparabilità delle carriere dei ricercatori e tecnologi degli EPR con quella dei ricercatori e docenti universitari, cioè l’altra fondamentale gamba del sistema della ricerca. Ciò è, a nostro avviso, indispensabile per consentire una vera mobilità di chi opera nella ricerca indipendentemente dall’ordinamento dell’istituzione (EPR o Università) di provenienza, importante in particolare per i giovani ricercatori ai quali si prospetta l’opzione fra due carriere con scarse possibilità di modificare in seguito la loro scelta in funzione dell’evoluzione professionale di ognuno.

 

L’intervento della ministra Messa,  a conclusione dell’incontro,  si è soffermato su vari punti che brevemente riassumiamo:

–  Il Governo si  impegnerà a individuare risorse aggiuntive per i finanziamenti ordinari degli enti di ricerca nella prossima legge di bilancio.

–  E’ ormai indifferibile l’introduzione di meccanismi di valutazione negli Enti; l’istituto della premialità deve essere sbloccato, e l’ANVUR stà lavorando  per la definizione degli indicatori da usare nella valutazione. Le progressioni interne devono trovare un evidenza nel merito e non nella sola anzianità, indipendentemente dal ruolo:  tecnico, amministrativo o ricercatore/tecnologo. Solo in questo modo, a detta della Ministra,  è pensabile avere i fondi aggiuntivi necessari alla valorizzazione del personale.

–  Per quanto riguarda l’ordinamento, la Ministra si è espressa parlando della comparabilità delle carriere degli enti e dell’Università: “E’ stato detto da alcuni di voi, ad esempio nell’ultimo intervento, che dobbiamo trovare il modo affinché̀, pur con ordinamenti diversi, le posizioni siano interscambiabili, siano sullo stesso livello”. C’è un percorso che va in una sola direzione, dagli enti all’Università e non viceversa ad indicare che l’ordinamento universitario (di tipo pubblicistico) è considerato più interessante. “Bisognerebbe trovare delle equivalenze per cui sia conveniente stare sia dall’una che dall’altra parte”. Sarà mantenuta la specificità del contratto della ricerca, pur se nello stesso comparto con scuola, università e AFAM, sempre avendo come riferimento l’Università indipendentemente dalla diversità di ordinamento.

–  La Ministra ha infine espresso ampia disponibiltà ad un confronto sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e per la riapertura dei tavoli tecnici.

 

La FGU Dipartimento Ricerca esprime nuovamente la sua fiducia alla Ministra dell’Università e della Ricerca ed auspica che operi nella maniera più efficace per un miglior funzionamento del sistema di ricerca pubblico il cui ruolo è indispensabile al sistema Paese.

 

 

FGU – Dipartimento Ricerca – Sezione ANPRI

 

 

 

 

 

 

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FGU (Federazione Gilda UNAMS) – Dipartimento Ricerca

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